Gli ultimi mesi hanno riportato al centro del dibattito pubblico italiano la questione delle spiagge libere. La tematica interessa in maniera particolare le città costiere che fondano sulle spiagge e sui relativi servizi parte del proprio turismo e del benessere dei residenti. A Napoli, la questione ha suscitato dinamiche di attivismo dal basso e da parte della società civile, in particolare grazie alla sezione locale del coordinamento “Mare Libero”. In altri Comuni, come Castellamare di Stabia e Bacoli, iniziative in merito alle spiagge (con o senza collegamenti diretti alla questione) sono partite prevalentemente dalla politica.
Le tematiche relative alle spiagge sono tante – dalla balneabilità alla tutela ambientale, dall’accessibilità alla qualità dei servizi – ma una in particolare ha animato il dibattito quest’estate. Mi riferisco alla questione della direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come Direttiva Bolkestein. Proprio di recente, il governo ha trovato un accordo con la Commissione europea in merito alla proroga delle concessioni balneari, possibili solo fino a settembre 2027.
Ciò nonostante, il tema delle concessioni e delle spiagge libere resta attuale. A tal proposito, abbiamo voluto provare a riunire i dati, quelli trovati, relativi a Torre del Greco, in modo da avere una prospettiva generale in merito alla questione nella nostra città.
Una breve panoramica campana
Prima di analizzare la situazione a Torre del Greco, bisogna considerare che la Campania è la quarta regione italiana per numero di imprese balneari in valore percentuale. Inoltre, secondo il report spiagge 2024 di Legambiente “in alcune regioni troviamo dei veri e propri record, come in Liguria, Emilia-Romagna e Campania, dove quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti”.
Tale percentuale è la conseguenza di scelte politiche, come è frutto di scelte politiche la quota minima di spiagge libere che devono essere garantite sulla base della legge regionale. In Campania, tale percentuale corrisponde al 20% (come dimostrato dalla tabella sotto questo paragrafo). Come si può osservare, almeno 7 regioni hanno una legislazione più favorevole alle spiagge libere.
La situazione a Torre del Greco
Nei mesi precedenti, all’interno dell’associazione Futura Torre, è capitato di confrontarsi a più riprese sulla questione degli stabilimenti balneari e delle spiagge libere a Torre del Greco. La tematica è vicina a molte delle aree di interesse della nostra associazione, come la rigenerazione urbana, la mobilità e il turismo sostenibile. Di conseguenza, alla luce delle ultime notizie e delle esperienze di attivismo emerse a Napoli, ci siamo chiesti se noi in qualche modo potessimo dare il nostro contributo sulla questione. Questo articolo può essere letto come il primo passo.
Ritornando ai dati, tre sono le principali fonti dalle quali abbiamo attinto le informazioni locali. L’elenco concessioni demaniali marittime al 27/12/2023 della Regione Campania, il Piano – sempre della Regione Campania – di Utilizzazione delle Aree Demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo (PUAD) e una manifestazione d’interesse del Comune di Torre del Greco. La prima fonte ci permette di identificare il numero e l’affidamento delle concessioni balneari presenti sulla costa di Torre del Greco (tabella in basso).
Secondo la tabella delle concessioni demaniali, nella nostra città ci sono in totale 26 concessioni a privati in totale, di cui il canone annuo non supera i 7000 euro (con una media di circa 3000 euro). Al canone annuo si aggiunge un’addizionale regionale che in media è sui 600 euro. Infine, alcuni privati godono di più concessioni contemporaneamente.
L’altra fonte che ci permette di capire la gestione della costa balneabile a Torre del Greco è la manifestazione d’interesse fatta dal Comune nel 2021. Eravamo nel pieno della pandemia da Covid-19 e l’amministrazione cercava un modo per “tutelare la salute dei cittadini” mettendo a gara le cosiddette spiagge libere a Torre del Greco (immagine in basso).
La sperimentazione era di carattere provvisorio (come potrebbe essere sperimentale e provvisorio il fenomeno opposto) e si è conclusa nel 2021. Ciò nonostante, il documento ci permette di incrociare i dati delle concessioni con quelli dei tratti di spiaggia libera (dieci località in base alla tabella). Incrociando i dati, fuoriesce che solamente il 20%dei metri lineari di costa, in rapporto alle concessioni balneari, è libero.
Infine, il Piano di Utilizzazione delle Aree Demaniali (PUAD) regionale relativo al 2024 ci permette di effettuare un’analisi comparata di alcune variabili turistico-ambientali. Nella tabella riportata di sotto, viene associato un punteggio a ogni Comune sommando variabili relative allo sviluppo turistico, alla qualità ambientale e alla balneabilità. Torre del Greco è al 52° posto, dopo Bacoli, Ercolano e Castellammare di Stabia ma prima di Torre Annunziata e Portici. Nel 2019, Torre del Greco era al 46° posto (ha perso 6 posizioni), mentre – ad esempio – Ercolano e Bacoli hanno guadagnato posizioni.
Last but not least: la tutela ambientale della costa
Spesso, nel dibattito pubblico, viene sottovalutato l’aspetto ambientale delle spiagge. Con aspetto ambientale intendo fenomeni come l’erosione della costa, il livello di inquinamento delle acque e l’esposizione a fenomeni meteorologici estremi.
Questi sono fattori molto importanti da considerare, soprattutto nel programmare le politiche che coinvolgono questi spazi. I dati di Legambiente ci raccontano come la Campania sia caratterizzata da una presenza di costa sabbiosa non fruibile equivalente al 18%. A volte si tratta di costa abbandonata, altre di costa interdetta.
A livello comunale, invece, si nota come le spiagge del vesuviano possano essere soggette a eventi meteorologici estremi che mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini e rendono complicata la salvaguardia dello stato della costa. In particolare, Torre del Greco è stata individuata da Legambiente come uno dei Comuni campani più soggetti a rischio di erosione fino a 100 metri.
Molto probabilmente, l’erosione artificiale delle spiagge inizia molti anni fa, quando le scelte di costruire reti ferroviarie lungo la costa e piani urbanistici poco generosi hanno prodotto la depressione di un importante luogo pubblico.
Riprendendo le conclusioni del report di Legambiente, questi dati “raccontano anche l’importanza di attuare piani di adattamento e strumenti di governance che possano ridurre il rischio per le persone, le abitazioni e le infrastrutture, e che permettano di programmare interventi volti al miglioramento della gestione dei territori”.
In conclusione, aggiungerei che questi dati (che andrebbero integrati da dati più esaustivi e specifici) possono essere utili ai cittadini e alla classe politica per farsi un’idea critica in merito ai problemi e le potenzialità che caratterizzano le spiagge di Torre del Greco. Ben vengano il dibattito e il confronto se riescono a farci immaginare soluzioni per vivere diversamente gli spazi della nostra città.
Fonti e consigli di lettura:
https://lavoce.info/archives/90930/2024-la-spiaggia-e-contendibile/
https://lavoce.info/archives/104415/per-le-concessioni-balneari-il-g20-delle-spiagge/
https://lavoce.info/archives/93328/sulle-spiagge-una-gara-senza-ostacoli/
https://leg16.camera.it/561?appro=630
https://www.ilpost.it/2024/09/04/concessioni-balneari-gara-2027/
https://www.tvcity.it/estate-a-torre-del-greco-litoranea-abbandonata-si-intervenga-lappello/
https://www.tvcity.it/torre-del-greco-dieci-milioni-per-riqualificare-la-litoranea/
demanio marittimo, approvato il PUAD in consiglio regionale — Regione Campania
Rapporto Spiagge 2024 • Legambiente
Il treno sulla spiaggia: l’impatto della rete ferroviaria sul turismo balneare (mondobalneare.com)